BUONA PASQUA HAPPY EASTER Joyeuses Pâques FROHE OSTERN PASG HAPUS FELIZ PASCUA GLAD PÅSK Καλό Πάσχα Happy CΑSCA Хрыстос уваскрэс God pеske God påske Vrolijk Pasen Wesołych Świąt FELIZ PĮSCOA Iyi Paskalyalar Христос воскрес Boldog Hъsvéti Ünnepeket Paşte fericit Христос воскрес Срећан Ускрс Љťastné Veľká noc Vesela Velika noč חג פסחא שמח عيد فصح سعيد Gëzuar Pashkët Честит Великден FELIЗ PASQUA Šťastné Velikonoce SRETAN USKRS Head ülestőusmispüha Maligayang Pasko ng Pagkabuhay Hyvää Pääsiäistä Selamat hari Paskah Priecīgas Lieldienas Linksmų Velykų Велигденските Selamat hari Paskah HAPPY Għid عید پاک مبارک Lк Phục Sinh vui vẻ Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it Siti Internet:

http://www.cristo-re.eu ; http://www.cristo-re.it;

http://www.maria-tv.eu ;http://www.web-italia.eu

http://www.engineering-online.eu;

http://www.mondoitalia.net ;

dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file clicca sopra

Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

Aderite all"

ORDINE LAICO dei "CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

Ingegneria Impianti Industriali Elettrici Antinvendio

Per. Ind. G. Dalessandro

Il mio pensiero e la mia professionalità nei miei Siti Web

 

Bella Italia http://www.miglionico web.it Prof.. Labriola

 

 MILANO D'UOMO

Foto di MILANO

in sequenza clicca qui sopra

 TARANTO CASTELLO

Foto di TARANTO

clicca qui sopra

TA1 - TA2 - TA3

MIGLIONICO CROCIFISSO

XV SECOLO POLITTICO XV

Cima da Conegliano

clicca qui sopra

MG1.- MG2.- MG3.-

ROMA FONT. di TREVI

.1. .2. .3.

.4. .5. .6.

.7.

MATERA SASSI

Per vedere altre foto clicca qui sopra

MARTINA

S. MARTINO

.1. -.2. -.3. -.4. -.5. -.6. -.7. -.8.

Links: VATICANO LEV

Parrocchia Cristo Re Martina

http://www.parrocchie.it/ martinafranca/cristore.it

CHIESA CATTOLICA

Http://www.santiebeati.it

http://www.lachiesa.it

RADIO MARIA

http://www.cismitalia.org/ http://www.usmi.pcn.net http://www.ciisitalia.it

http://www.fratiminori lecce.org/node/342

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-06-29 ad oggi 2010-06-29 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

 

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

…..

 

 

 

 

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-06-28 ad oggi 2010-06-28

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2010-06-29

29 Giugno 2010

PALERMO

Dell'Utri condannato a 7 anni

La seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo ha condannato oggi il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, a parziale riforma della sentenza di primo grado in cui era stato condannato dal Tribunale di Palermo a nove anni. La sentenza è stata letta nell'aula bunker del carcere Pagliarelli dal presidente della sezione, Claudio Dall'Aqua, al termine di una camera di consiglio iniziata giovedì 24 giugno, e a quattro anni dall'inizio del processo di secondo grado.

Il 16 aprile scorso il pg Antonino Gatto aveva chiesto la condanna del senatore, stretto alleato del premier Silvio Berlusconi e cofondatore di Forza Italia, a 11 anni di reclusione. La difesa aveva chiesto la piena assoluzione.

Dell'Utri, oggi non presente in aula, al momento delle richieste dell'accusa, aveva commentato: "Qui non c'è un fumus persecutionis, qui c'è una vampa, un incendio".

I giudici sono rimasti in Camera di consiglio per sei giorni. La Corte ha inoltre dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Gaetano Cinà, esponente mafioso che era l'unico altro imputato del processo e che è frattanto deceduto.

I LEGALI DEL SENATORE

Con la sentenza emessa dai giudici della Corte d'appello di Palermo che hanno condannato a sette

anni il senatore Marcello Dell'Utri, assolvendolo per le condotte contestate in epoca successiva al '92 "è stata messa una pietra tombale sulla trattativa Stato-mafia". Ne è convinto l'avvocato Antonino Mormino, uno dei legali del senatore del Pdl. "Vedremo la motivazione dei giudici - ha detto - ma i termini sono precisi, lui viene assolto per tutti i fatti successivi al 1992. Entro il '92 sono collocati solamente i fatti estorsivi per i quali Dell'Utri avrebbe mediato con la mafia per proteggere Berlusconi e le sue aziende, cioè parlo delle antenne Fininvest e della Standa. Questi fatti estorsivi vengono ritenuti un fatto di agevolazione alla mafia nel senso che i pagamenti avrebbero rafforzato la mafia, senza tenere conto del fatto che Dell'Utri in quell'occasione ha agito per proteggere Berlusconi e le aziende".

Parlando poi del pentito di mafia Gaspare Spatuzza, che è stato sentito nel corso del processo nel corso del quale ha accusato Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, l'avvocato del senatore ha detto: "Spatuzza è fuori, ma non solo lui. Anche Vittorio Mangano, i rapporti Mangano-Dell'Utri, i patti politici per sostenere Forza Italia, gli episodi del '99. Rimane tutto fuori".

Secondo Mormino, "rimane un processo di responsabilità comune e non di responsabilità politica". Non esclude, Mormino, che ci sia anche una prescrizione nella sentenza: "Questo è un problema che dobbiamo verificare perchè la pena che si applicava per l'associazione mafiosa nel '92 era tale che potrebbe anche rientrare nella prescrizione".

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2010-06-29

Il pg aveva chiesto 11 anni. In primo grado era stato condannato a nove anni

Mafia, sette anni a Dell'Utri

Il pg: "Profondamente deluso"

In appello ridotta la pena per il senatore del Pdl, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

*

NOTIZIE CORRELATE

*

Il verdetto di Palermo: 9 anni a Dell'Utri di Felice Cavallaro (12/12/04)

Il pg aveva chiesto 11 anni. In primo grado era stato condannato a nove anni

Mafia, sette anni a Dell'Utri

Il pg: "Profondamente deluso"

In appello ridotta la pena per il senatore del Pdl, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa

Marcello Dell'Utri (Emblema)

Marcello Dell'Utri (Emblema)

PALERMO - Dopo sei giorni di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo hanno condannato Marcello Dell'Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ridotta, dunque, la condanna a nove anni emessa in primo grado, nel dicembre del 2004. Il pg Nino Gatto, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto per Dell'Utri una condanna a undici anni di reclusione. "Sono profondamente deluso", ha ammesso dopo la lettura della sentenza. Il senatore del Pdl non era presente in aula a Palermo: Dell’Utri è infatti rimasto a Milano.

SPATUZZA - Riformando la sentenza di primo grado, la corte ha assolto Dell'Utri limitatamente alle condotte contestate come commesse in epoca successiva al 1992 perché "il fatto non sussiste", riducendo così la pena da nove a sette anni di reclusione. I giudici della seconda sezione della corte d'appello hanno infine dichiarato il non doversi procedere nei confronti dell'altro imputato, Gaetano Cinà, che frattanto è deceduto. Sembrano non aver influito, dunque, nel processo Dell'Utri le dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, piombate in aula quando il dibattimento si stava avviando a conclusione. La Corte d'Appello di Palermo ha infatti condannato il senatore del Pdl a anni per concorso esterno in associazione mafiosa per fatti commessi prima del 1992. I verbali di Spatuzza, depositati nell'ottobre del 2009, si riferiscono invece ad anni successivi. "Con questa sentenza si mette una pietra tombale sulla presunta trattativa tra Stato e mafia durante il periodo delle stragi. Quello che ha detto Spatuzza non è stato evidentemente preso in considerazione come voleva l'accusa" ha detto l'avvocato Nino Mormino, legale di Dell'Utri, sottolineando che la corte ha assolto il suo assistito per le condotte contestate in epoca successiva al 1992, escludendo cioè qualunque "patto" tra lo Stato e Cosa Nostra subito dopo le stragi.

"DELUSO" - "Processualmente parlando, Dell’Utri non ha favorito la mafia" ha spiegato il procuratore generale Antonino Gatto, commentando la sentenza. "Ma questo - ha aggiunto il pg - non vuol dire affatto che ciò non possa essere accaduto in natura. Bisognerà piuttosto leggere le motivazioni della sentenza per capire i motivi che hanno spinto la corte a prendere questa decisione. Forse perché le affermazioni di Spatuzza non sono state ritenute attendibili, o perchè le prove portate dall’accusa sono state considerate infondate, o perchè sono mancati i riscontri". "Sono profondamente deluso" ha ammesso il procuratore Gatto "perché ritengo che l’aspetto politico era la parte della vicenda sulla quale l’accusa aveva quagliato meglio". Alla domanda se questa sentenza rappresenti la tomba degli aspetti oscuri legati alla strategia stragista, il procuratore generale ha risposto: "Non parlerei affatto di tomba, ma ripeto, occorrerà leggere attentamente le motivazioni per comprendere questa decisione".

NOVE ANNI IN PRIMO GRADO - In primo grado Dell'Utri era stato condannato a nove anni di reclusione. In quel caso primo grado i giudici del tribunale rimasero in camera di consiglio, per emettere la sentenza di condanna a nove anni di carcere, per 13 giorni: un record. Entrarono in consiglio dopo le ore 13 del 29 novembre 2004 ma avvertirono che l'uscita dalla camera di consiglio sarebbe stata annunciata 24 ore prima. Il presidente del tribunale, Leonardo Guarnotta, lesse la sentenza l'11 dicembre poco dopo le 10.

Redazione online

29 giugno 2010

 

 

 

IL PROCESSO DELL' UTRI: LA SENTENZA

Il verdetto di Palermo: 9 anni a Dell' Utri

Il senatore condannato per concorso in associazione mafiosa. La difesa: "Hanno creduto ai pentiti, ai malfattori" Decisive le accuse di Nino Giuffrè e le rivelazioni di Angelo Siino L' ex numero uno di Publitalia interdetto anche dai pubblici uffici

DAL NOSTRO INVIATO PALERMO - Hanno creduto più alle accuse di Nino Giuffrè che ai "non so" di "don" Masino Buscetta, più alle rivelazioni di Angelo Siino che non alla scena muta di Marino Mannoia, più ai pentiti di ultima generazione che non a quelli "storici". E non sono bastate nemmeno le testimonianze "morbide" di collaboratori con il bollo di "affidabili" come Giovanni Brusca, certo di non aver mai considerato Marcello Dell' Utri referente di Cosa Nostra. Per i giudici guidati dal presidente Leonardo Guarnotta c' era quindi sostanza nei racconti di chi accusava il senatore di Forza Italia di avere tessuto rapporti con boss della vecchia e nuova mafia, da Stefano Bontade a Totò Riina, stipulando patti inconfessabili, drenando fiumi di denaro sporco verso la Fininvest, presentandosi nella Milano degli anni Settanta come l' "ambasciatore" dei clan. E così, dopo dieci anni di inchiesta, sette di processi, 220 testimoni, 40 pentiti e 12 giorni di camera di consiglio, hanno condannato Dell' Utri a nove anni di reclusione. Anche se con quel suo aplomb da raffinato intellettuale, all' ultima udienza aveva chiesto di essere restituito alla politica, oltre che alla sua famiglia. Né assolto, né "prescritto", come speravano gli amici del siciliano che fondò il partito di Berlusconi. Incastrato nella sua Palermo dalle maglie del concorso esterno alla mafia. Con un durissimo verdetto emesso nello stesso bunker del carcere di Pagliarelli dove era stato assolto Andreotti. Ed era quella soluzione che molti si aspettavano. Non a caso, a camera di consiglio appena iniziata, Dell' Utri aveva già incassato solidarietà eccellenti. Da Casini, pronto a telefonargli dalla presidenza di Montecitorio, a Berlusconi deciso a mettere per il suo amico "non una ma due mani sul fuoco". E invece il tribunale, oltre a condannare a sette anni il coimputato Gaetano Cinà, ha infranto ogni speranza dichiarando Dell' Utri "interdetto in perpetuo dai pubblici uffici". E non basta. Perché l' ex numero uno di Publitalia, adesso scelto dal premier per guidare i "mille" di una annunciata riscossa di Forza Italia, dalla sentenza esce fuori perfino con la "libertà vigilata per la durata di anni due" e con una condanna al risarcimento danni di 70 mila euro a favore delle parti civili, cioè Provincia e Comune di Palermo, dove presidente e sindaco sono due stretti compagni di cordata dello stesso Dell' Utri. Ma anche quest' ultima disposizione non è esecutiva. E tutti prendono fiato guardando ad appello e Cassazione, agli anni che verranno, con l' auspicio di un replay di già note altalene giudiziarie fra verdetti contrapposti. A questo pensa pochi minuti dopo le dieci la schiera dei legali, tutti contratti come l' avvocato Enzo Trantino, severo: "Gli untori sono liberi". Esplicito il riferimento ai pentiti, non a quelli "storici": "Buscetta o Mannoia, i criminali che sapevano, non avevano niente da dire perché nulla c' era da dire su Dell' Utri. Vincono i malfattori che puntavano al premio-partita. Ma la partita non è finita". Euforici i tre sostituti che cominciarono il processo sotto la guida di Giancarlo Caselli. Come Antonio Ingroia pronto a togliersi un sassolino dalla scarpa: "La sentenza spazza via tutti gli insulti che ci hanno rivolto finora...". Poi, coi colleghi Domenico Gozzo e Mauro Terranova, vola in Procura per una riunione a sorpresa coi tre pm del caso Andreotti, Guido Lo Forte, Roberto Scarpinato e Gioacchino Natoli, l' anno scorso protagonisti di una contrapposizione con il capo dell' ufficio Piero Grasso e, soprattutto, con il suo aggiunto Giuseppe Pignatone. Una storia soffocata dalla scoperta delle "talpe", compreso il maresciallo Ciuro, per anni infido braccio destro di Ingroia. Ombre diradate dai sorrisi di un giorno segnato dalla vittoria su Dell' Utri. Una sorta di riscatto. Facce serene, pacche e tante telefonate. Anche quella del procuratore Grasso. Solo un abbraccio telefonico da lontano. E quando a Ingroia chiedono se negli ultimi tempi il vertice della Procura è stato vicino, lui è secco: "Non rispondo". E Gozzo: "Perché dobbiamo rispondere a questa domanda?". Preferiscono parlare della fatica conclusa, stoppare la polemica sul "concorso esterno", come fa Ingroia, e dichiarare che "non è un bel giorno svegliarsi rappresentati da chi è stato condannato per mafia", come si consente Gozzo. Innestando un altro elemento di polemica con quanti contestano la loro lettura della storia di Forza Italia, convinti come sono i pm che Dell' Utri abbia "costretto" il premier a creare Forza Italia "per metterlo nelle mani di Cosa Nostra". E questa interpretazione ha consentito di archiviare un' inchiesta segreta su Silvio Berlusconi, trasformato da possibile complice in vittima del suo fido senatore. Siamo al tema delle relazioni che avrebbero avuto il perno in Vittorio Mangano, lo stalliere mafioso assunto ad Arcore e con il quale Dell' Utri avrebbe avviato operazioni di riciclaggio. Argomento sul quale l' accusa ha invano cercato di far testimoniare proprio il premier. Come ripete Ingroia: "Il silenzio di Berlusconi non ha certo contribuito all' accertamento della verità". Un' anticipazione di cosa si chiederà in appello. Felice Cavallaro I PUNTI CHIAVE DELL' INCHIESTA Il denaro 1 Dell' Utri è ritenuto l' intermediario di Cosa Nostra per l' arrivo nel 1979 delle antenne Fininvest in Sicilia. Avrebbe consegnato a Cinà le somme per ottenere la protezione La politica 2 Secondo i pentiti, nel 1981 l' interesse della mafia era di attivare, tramite Dell' Utri e Berlusconi, un possibile collegamento con il Psi di Craxi Lo stalliere Mangano 3 È Dell' Utri che fa assumere lo stalliere Vittorio Mangano nella villa di Berlusconi Il boss avviò operazioni di riciclaggio: investimenti in Sardegna e a Palermo I voti a Forza Italia 4 Dopo le stragi del ' 92 Dell' Utri avrebbe avviato, secondo il pentito Giuffrè, una trattativa con Cosa Nostra. Così i boss avrebbero deciso di sostenere Forza Italia le tappe dieci anni 1994 L' indagine Nel 1994 fu il pentito Salvatore Cancemi che fece il nome di Dell' Utri, ex responsabile di Publitalia. Parlò di "versamenti di denaro dal gruppo Fininvest alla mafia". Dell' Utri viene iscritto nel registro degli indagati per "concorso esterno in associazione mafiosa" 1996 Chiesto il processo Il 22 ottobre 1996 la Procura di Palermo, con l' allora capo Giancarlo Caselli, chiede il rinvio a giudizio di Dell' Utri e Gaetano Cinà, che non si è mai presentato in aula. Nel novembre dello stesso anno i due vengono rinviati a giudizio anche sulla base di dichiarazioni di alcuni pentiti 1997 Il dibattimento Il 5 novembre 1997 inizia il processo a Palermo Per l' accusa Dell' Utri sarebbe stato il canale di collegamento tra la mafia e il mondo economico "milanese" Nel 1999 i magistrati chiedono l' autorizzazione di arresto per Dell' Utri ma l' assemblea di Montecitorio la respinge 2004 Chiesti 11 anni L' 8 giugno scorso i pm Antonio Ingroia e Domenico Gozzo chiedono per Dell' Utri la condanna a 11 anni. Il dibattimento è durato 256 udienze, sono stati sentiti 270 testimoni (40 collaboratori di giustizia). È il 29 novembre quando i giudici si chiudono in camera di consiglio

Cavallaro Felice

Pagina 2

(12 dicembre 2004) - Corriere della Sera

 

 

 

bondi: "profonda amarezza, spero nella cassazione"

Dell'Utri condannato, di Pietro attacca:

"Ora il premier non lo faccia ministro"

Il leader Idv: "Il senatore pdl ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia"

bondi: "profonda amarezza, spero nella cassazione"

Dell'Utri condannato, di Pietro attacca:

"Ora il premier non lo faccia ministro"

Il leader Idv: "Il senatore pdl ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia"

MILANO - È il primo e il più graffiante il commento di Antonio Di Pietro alla condanna del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. "Anno più, anno meno - ha detto il leader Idv -, il fatto resta quello che è, ossia che Marcello Dell'Utri ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia. Speriamo che Berlusconi adesso non faccia ministro pure lui" ironizza l'ex pm. Solidarietà a dell'Utri invece dal Pdl. "A parte la profonda amarezza per la decisione dei giudici d'appello sul caso di Marcello Dell'Utri, l'unico commento positivo in questo momento è la speranza che la Cassazione riaffermi che l'Italia è la patria del diritto" ha detto Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e coordinatore del Pdl.

"I GIUDICI NON HANNO AVUTO CORAGGIO" - "La Corte d'Appello di Palermo, con la riduzione della pena a sette anni nei confronti del Senatore Marcello Dell'Utri, ha dimostrato di non aver avuto il coraggio di assolvere un innocente" ha aggiunto Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, componente del direttivo a Montecitorio e membro della commissione Antimafia. "È come se avessero scritto: "vorremmo ma non possumus". Evidentemente - sottolinea in una nota - le pressioni esercitate sui giudici palermitani dal network politico - mediatico- giudiziario hanno prodotto i loro effetti. Ora tutto il Pdl ha l'obbligo morale e politico di fare quadrato attorno all'amico Marcello Dell'Utri, sottoposto ad un calvario senza precedenti. Mi auguro - sottolinea il deputato - che in Cassazione possano prevalere le ragioni della Giustizia e che l'innocenza di Marcello Dell'Utri possa essere riconosciuta per porre fine ad una vicenda giudiziaria e personale che si trascina da troppo tempo e con la quale si tenta di avvelenare il clima politico del nostro Paese. Gli Italiani onesti sono tutti con Dell'Utri", ha concluso Laboccetta.

Redazione online

29 giugno 2010

 

 

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2010-06-29

Mafia, Dell'Utri condannato a sette anni

riconosciuti i suoi rapporti con Cosa nostra

Questo il verdetto della corte d'appello presieduta da Claudio Dall'Acqua (a latere Salvatore Barresi e Sergio La Commare). La sentenza assolve però il senatore del Pdl per "le condotte successive al 1992"

di SALVO PALAZZOLO

Mafia, Dell'Utri condannato a sette anni riconosciuti i suoi rapporti con Cosa nostra Marcello Dell'Utri

Sette anni di carcere per Marcello Dell'Utri, ma è assolto per le "condotte successive al 1992, perché il fatto non sussiste". Questo il verdetto della seconda sezione della corte d'appello di Palermo presieduta da Claudio Dall'Acqua (a latere Salvatore Barresi e Sergio La Commare). In primo grado, il senatore del Pdl era stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Oggi, dopo cinque giorni di camera di consiglio, i giudici d'appello riscrivono la sentenza in uno dei punti più delicati del processo, quello della trattativa che secondo la Procura e il Tribunale sarebbe intercorsa fra l'organizzazione mafiosa e Marcello Dell'Utri alla vigilia della nascita di Forza Italia.

La corte d'appello ritiene invece provato che Dell'Utri intrattenne stretti rapporti con la vecchia mafia di Stefano Bontade e poi, dopo il 1980, con gli uomini di Totò Riina e Bernardo Provenzano, almeno fino alla stagione delle stragi di Falcone e Borsellino, nel 1992.

Eccoli, allora, i capisaldi della condanna. Innanzitutto, l'assunzione del boss palermitano Vittorio Mangano per fare da stalliere nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi. "Attraverso la mediazione di Dell'Utri e del mafioso Gaetano Cinà - aveva ribadito il procuratore generale Nino Gatto poco prima che i giudici entrassero in camera di consiglio - Mangano assicurò protezione contro l'escalation dei sequestri a Milano". Nell'autunno 1974, l'arrivo di Mangano sarebbe stato sancito da un incontro fra Dell'Utri, Berlusconi e i capimafia palermitani Stefano Bontade e Mimmo Teresi, nella sede della Edilnord. I giudici della corte d'appello hanno evidentemente creduto al pentito Francesco Di Carlo, che ha svelato di essere stato presente a quell'incontro.

La sentenza di primo grado sosteneva pure che prima del 1980 Dell'Utri aveva fatto da tramite per gli investimenti a Milano di Stefano Bontade, all'epoca uno dei padrini più influenti di Cosa nostra palermitana, che era alla ricerca di aziende pulite del Nord Italia in grado di riciclare i miliardi di lire provenienti dal traffico internazionale di droga.

Il senatore Dell'Utri non è presente nell'aula bunker di Pagliarelli, ha preferito aspettare la decisione della corte d'appello a Como. Per lui, il sostituto procuratore generale Nino Gatto aveva chiesto una condanna anche più alta di quella inflitta in primo grado, 11 anni. E aveva fatto un appello finale ai giudici: "E' il potere a essere giudicato (...) Voi potete contribuire alla costruzione di un gradino, salito il quale forse, e ripeto forse, si potranno percorrere altri scalini che potranno fare accertare le responsabilità che hanno insanguinato il nostro Paese. Oppure lo potete distruggere questo gradino".

Il riferimento del procuratore generale è a quelle indagini delle Procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze che di recente hanno ricevuto nuovi spunti dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza: l'ex killer oggi pentito ha parlato di "garanzie" che sarebbero state offerte nel 1993 dal "compaesano" Dell'Utri e da Berlusconi, alla vigilia della nascita di Forza Italia. L'assoluzione di Dell'Utri per le vicende successive al 1992 suona adesso come una sconfessione di Spatuzza, ma su questo punto bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per capire se i giudici della corte d'appello hanno valutato il pentito del tutto inattendibile, oppure se si sono limitati a ritenere il suo contributo non determinante, perché sulla trattativa politica-mafia ha riferito in fondo solo quanto appreso da uno dei suoi capi, Giuseppe Graviano.

Di certo, però, nel processo Dell'Utri non era solo Spatuzza a parlare di un accordo politico-mafioso in vista della nascita di Forza Italia. Nella sentenza di primo grado, che aveva portato alla condanna del senatore di Forza Italia, una parte rilevante era rappresentata dalle dichiarazioni di Nino Giuffrè: l'ex fedelissimo del capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano aveva parlato del sostegno elettorale dei boss in cambio di "garanzie" che sarebbero state offerte da alcuni intermediari. Adesso, la sentenza di appello sembra mettere in discussione anche quelli che erano ormai ritenuti i caposaldi delle ultime inchieste sulla trattativa fra mafia e politica durante la stagione delle stragi del 1993.

(29 giugno 2010)

 

 

 

Click here to find out more!

* Sei in:

* Repubblica /

* Cronaca /

* Sentenza su Dell'Utri Decisione attesa …

* +

* -

* Commenta

* Stampa

* Mail

* Condividi

* Delicious

* Facebook

* OKNOtizie

* Google Buzz

* Twitter

IL PROCESSO

Sentenza su Dell'Utri

Decisione attesa 13 anni

Istruito a Palermo nel 1997, il processo di primo grado si è concluso l'11 dicembre del 2004, dopo 257 udienze. Si chiude così il "secondo atto" di uno dei percorsi processuali più seguiti della storia italiana

Sentenza su Dell'Utri Decisione attesa 13 anni Il senatore Marcello Dell'Utri

ROMA - La sentenza della seconda sezione penale della corte d'appello di Palermo nei confronti del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri sigilla la chiusura ufficiale del "secondo atto" di uno dei processi più seguiti negli ultimi anni nel nostro Paese.

Il processo. Istruito a Palermo nel 1997, il processo di primo grado si concluse l'11 dicembre del 2004, dopo 257 udienze, con una sentenza di condanna a 9 anni di reclusione (il sostituto procuratore generale, Nino Gatto, ne ha chiesti 11) che indicava il senatore come un uomo a metà strada fra il mondo della ricca finanza milanese e i più efferati contesti legati a Cosa Nostra. L'appello è iniziato nel 2006.

Dell'Utri, Mangano e Cosa Nostra. A tirare in ballo il nome di Dell'Utri era stato il pentito Salvatore Cancemi già nel 1994, parlando di un altro personaggio che gravitava nell'orbita del Cavaliere sin dai primi anni '70: Vittorio Mangano. Questi, ufficialmente stalliere nella residenza di Berlusconi ad Arcore, era in realtà un vero e proprio "uomo d'onore" ben conosciuto negli ambienti mafiosi palermitani, portato a Milano alla corte del premier proprio dal senatore. Ma quello con Mangano non era l'unico contatto dell'esponente del Pdl con personaggi di spicco di Cosa Nostra.

Stando alle dichiarazioni dei pentiti Tommaso Buscetta e Nino Giuffrè, Dell'Utri avrebbe avuto rapporti di amicizia anche con storici capimafia come Gaetano Cinà e Stefano Bontade, facendo da vera e propria "cerniera fra potere mafioso, politico ed economico".

Il progetto Forza Italia. La mafia, in particolare, lo avrebbe usato fin dagli anni '70 come tramite per entrare a pieno titolo in grandi affari edilizi del nord come Milano 2. L'accusa ha inoltre sempre puntato il dito contro il rapporto fra Dell'Utri e i boss di Brancaccio, Giuseppe e Filippo Graviano. Questi contatti, riconducibili ai primi anni '90, sarebbero stati finalizzati a dettare le più importanti linee guida del progetto politico di Forza Italia, fondato proprio in quegli anni.

(29 giugno 2010)

 

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it/

2010-06-29

Mafia, Dell'Utri: pena ridotta in appello Condannato a 7 anni

di Nicola Biondotutti gli articoli dell'autore

Dopo 5 giorni di camera di consiglio, la seconda Corte d'Appello del Tribunale di Palermo ha finalmente deciso la sorte giudiziaria di Marcello Dell'Utri. Il senatore Pdl è stato condannato a sette anni per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. I giudici hanno in parte riformato la sentenza di primo grado che aveva condannato Dell'Utri a 9 anni di reclusione. Secondo la Corte però non sono state provate le condotte dell'imputato poste in essere dal 1992. Quindi non è stata accettata la versione del pentito Gaspare Spatuzza e l'ipotesi di un patto politico-elettorale tra la nascente Forza Italia e la mafia.

La sentenza riguarda quindi i contatti avuti da Marcello Dell'Utri con uomini di Cosa Nostra negli anni '70 e '80, anni nei quali la galassia imprenditoriale di Silvio Berlusconi ha subito attraverso Vittorio Magano e Tanino Cinà pesanti estorsioni. Appare quindi in tutta la sua gravità il doppio volto dell'imputato, che da una parte si ritagliava il ruolo di consigliere di Silvio Berlusconi e dall'altra permetteva alla mafia di taglieggiarlo.

Gli avvocati del collegio difensivo sono apparsi molto contrariati, e annunciano il ricorso in Cassazione mentre la pubblica accusa, il pg Nino Gatto, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza. Comunque sia, si tratta di un verdetto storico la cui portata in questo momento non è ancora prevedibile.

29 giugno 2010

 

 

 

 

"Concorso in associazione mafiosa": chiesti 10 anni per Cuffaro

I pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene hanno chiesto la condanna a dieci anni di reclusione per l'ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, senatore dell'Udc. L'ex governatore è accusato di concorso in associazione mafiosa nel processo che si svolge con il rito abbreviato davanti al gup di Palermo, Vittorio Anania. La pena richiesta tiene conto della riduzione di un terzo previsto dal rito abbreviato.

I pm hanno deciso di non chiedere le attenuanti generiche per il senatore Udc "perchè i fatti di cui lo accusiamo sono veramente gravi anche per il suo ruolo di governatore regionale: per questa sua veste poteva partecipare in alcuni casi al Consiglio dei ministri". "Abbiamo dimostrato - hanno detto - che il sistema di controinformazioni messo in piedi da Salvatore Cuffaro assieme a Antonio Borzacchelli, Giorgio Riolo, Giuseppe Ciuro, era puntato a scoprire indagini sui rapporti tra la mafia e esponenti politici o a lui collegati. È proprio la natura delle informazioni che ci fa capire la portata di questo sistema e di come si possa configurare l'accusa di concorso in associazione mafiosa". Le testimonianze di pentiti e di soggetti vicini all'imputato hanno dato, secondo i pm, ulteriore conferma alle accuse. "Fin dal 1991 i contatti con Angelo Siino - ha detto Del Bene - dimostrano l'esistenza del patto politico-mafioso stretto da Cuffaro con esponenti di Cosa Nostra".

28 giugno 2010

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com/

2010-06-29

Dell'Utri condannato a sette anni in appello per concorso esterno in associazione mafiosa

Cronologia articolo29 giugno 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2010 alle ore 09:37.

La Corte di appello di Palermo ha condannato il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri a 7 anni, riconoscendolo colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa per fatti commessi prima del 1992. In primo grado Dell'Utri era stato condannato a 9 anni. I giudici sono rimasti in camera di consiglio per sei giorni. Il procuratore generale Nino Gatto aveva chiesto la condanna a 11 anni. La corte ha invece assolto Dell'Utri limitatamente alle condotte contestate come commesse in epoca successiva al 1992 perchè "il fatto non sussiste", riducendo così la pena da nove a sette anni di reclusione.

Le accuse del Pg. Dal "decreto salvaladri" al tentativo, poi fallito, di adottare norme che avrebbero potuto favorire i mafiosi. Nel suo atto d'accusa a Marcello Dell'Utri, il procuratore generale Gatto ha ricostruito quello che a suo dire si è configurato e "concretizzato come un patto di scambio fra Cosa nostra e Dell'Utri". Ha così ricostruito passo dopo passo l'iter legislativo aperto dal provvedimento con cui il governo presieduto da Silvio Berlusconi, ministro della Giustizia Alfredo Biondi, tentò di varare nuove regole in tema di indagini sulla pubblica amministrazione, sulla corruzione e sulla custodia cautelare, che avrebbero riguardato pure gli imputati di mafia. Il decreto, presentato a luglio del 1994, non venne convertito in legge entro il settembre successivo e decadde, dopo che era stato investito da una salva di critiche: contro la misura, definita "salvaladri" e approvata alla vigilia della semifinale mondiale Italia-Bulgaria, prese posizione anche il pool di Milano, di cui all'epoca faceva parte anche Antonio Di Pietro. Anche l'allora ministro degli Interni, Roberto Maroni, dichiarò la propria contrarietà, dicendo fra l'altro di aver parlato "con alcuni magistrati in prima linea contro la mafia" e di avere "scoperto che questo decreto è diverso da quello che ci era stato prospettato la sera in cui lo abbiamo approvato". In settembre furono ripresentate più o meno le stesse norme sotto forma di disegno di legge, su iniziativa della commissione Giustizia della Camera, allora presieduta da Tiziana Maiolo. Secondo la ricostruzione del pg, proprio negli ultimi mesi del 1994, vi fu il tentativo di inserire in questo ddl articoli di legge, in modo da rendere meno agevoli sia gli arresti dei mafiosi che il loro permanere in carcere. Il 22 dicembre del 1994 cadde il governo Berlusconi e nella legge poi approvata l'8 agosto del 1995 sotto il governo Dini (dopo il "ribaltone" che aveva portato al cambiamento di maggioranza in Parlamento) molti dei punti che stavano a cuore ai boss furono cancellati. Una sentenza attesa fin dal 2006. Quella che i giudici della seconda sezione di Corte d'Appello hanno emesso oggi nei confronti del senatore del Pdl era una sentenza attesa fin dal 2006, da quando, cioè, si aprì il processo di secondo grado nei confronti di uno degli uomini più in vista nel mondo della finanza e della politica del Paese. Nonchè tra i più stretti collaboratori, sin dagli anni '70, del premier Silvio Berlusconi.

Il nome di Marcello Dell'Utri fu fatto per la prima volta nel 1994 dal pentito Salvatore Cancemi, il quale lo indicò come un vero e proprio anello di congiunzione tra il dorato mondo dell'alta finanza lombarda, e i più loschi ambienti malavitosi di Palermo, città in cui è nato l'11 settembre 1941. Secondo il pentito, seguito successivamente a ruota da altri collaboratori di giustizia, Marcello Dell'Utri sarebbe stato una longa manus di cosa nostra, interessata ad entrare nei grandi affari edilizi lombardi come la costruzione di Milano 2 e, successivamente, il tramite per consentire alla criminalità organizzata di dettare le linee di un progetto politico in embrione già dall'autunno del '93: Forza Italia.

Il processo di primo grado, iniziato nel 1997, si concluse l'11 dicembre del 2004, dopo 257 udienze, e con una condanna a 9 anni di reclusione. In quella sentenza il senatore del Pdl veniva indicato come "cerniera fra potere mafioso, politico ed economico": il punto di partenza, insomma, da cui è iniziato il processo d'appello cominciato quattro anni fa, e in cui la pubblica accusa, sostenuta dal procuratore generale Nino Gatto, ha chiesto una condanna ad 11 anni di reclusione. Un processo lungo quello a Marcello Dell'Utri, e costellato da numerosi colpi di scena, occorsi soprattutto verso la conclusione. Quando ormai il dibattimento sembrava in dirittura d'arrivo, infatti, i giudici, presieduti da Claudio Dall'Acqua, hanno acconsentito all'audizione in aula del pentito Gaspare Spatuzza, tra i principali accusatori di Dell'Utri, e dei fratelli Graviano, ex capimafia di Brancaccio, che secondo l'accusa avrebbero avuto legami con il senatore.

 

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2010-04-21

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2010-02-11

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2010-02-11

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2010-02-11

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2010-02-11

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

2010-02-11

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2010-02-11

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

2010-02-11

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2010-02-11

 

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

2010-02-11

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

2010-02-11

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

2010-02-11

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

Edito in Proprio presso lo Studio, e Responsabile è lo STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO .

- Riferimaneti Leggi e Normative :- Michele Dalessandro ; Organizzazione, Impaginazione Grafica:- Francesca Dalessandro

La Proprietà intellettuale è dello Studio Tecnico Dalessandro e di FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO, salvo dove diversamente indicato.

Lo Studio Tecnico Dalessandro Giacomo e FORMAZIONE il FIGLIO dell'UOMO declinano qualsiasi responsabilità per il contenuto dei SITI recensiti od indicati, in quanto la responsabilità del loro contenuto è dei Titolari dei Siti recensiti. Quanto da noi riportato è stato desunto dai Siti Medesimi, ed in buona fede ne riportiamo i contenuti.

Quando ci è possibile esprimiamo dei giudizi.

I visitatori sono invitati a valutarne personalmente la veridicità e l'esattezza dei contenuti.

Non essendo professionisti, ci scusiamo di eventuali errori di battitura, per i quali decliniamo qualsiasi responsabilità.

Il nostro sito non ha alcuno scopo di lucro. Non è nostro scopo violare la privacy di alcuni. Vi preghiamo di scusarci se lo facciamo.

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

http://www.cristo-re.eu